Go Dex Press

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Baze Djunkiii on Nitestylez

Put on the circuit via Berlin’s Aut Records-label on December 16th, 2k19 is “Go_Dex”, an eight track CD release created by Pasquale Innarella and his Go_Dex Quartet to pay tribute and homage to legendary tenor sax player Dexter Gordon. Taking on Gordon’s compositions and making them their own in terms of interpretation we see the four musicians – Pasquale Innarella alongside Paolo Cintio, Leonardo De Rose and Giampiero Silvestri – not only uncovering and reviving musical pieces rarely performed by other musicians these days and therefore shedding light on otherwise slightly forgotten, or at least underrated, Jazz history but also provide thrilling variations of beautifully buzzing classics like “The Chase” which still has a magical, broadway’esque drive and an ability to work dancefloors up to this day, reveal touching romanticism in extended late night Jazz cuts like the eight plus minutes spanning “Misty”, get things well swinging throughout hot “Catalonian Nights” and even go further into dope Dancefloor Jazz mannerisms with “Soy Califa” just to name a bunch of our favorites on this album. Defo one to check out if you’re a true lover of classic, and well classy, Jazz music.

Flavio Massarutto on Il Manifesto

Pasquale Innarella è una figura di jazzista molto particolare. Un jazzista militante. A qualcuno la definizione sembrerà desueta ma l’attività di questo musicista e didatta ha sempre un preciso carattere sociale e politico. Il direttore della Rustica Band con i ragazzi delle borgate romane (e per questo premiato nel 2019 con l’European Jazz Award) e leader di proprie formazioni pubblica in simultanea due nuovi dischi. Dopo le riflessioni sonore sul mondo del lavoro e sull’immigrazione eccolo omaggiare due grandi maestri del jazz. Go_Dex lo vede riprendere il repertorio di Dexter Gordon, il sophisticated giant che ha attraversato con la sua andatura dinoccolata l’intero dopoguerra del jazz.

SETTE INTERPRETAZIONI asciutte e appassionate più Misty di Errol Garner con un quartetto «classico». Combat Joy, è dedicato a Albert Ayler ed è la registrazione di una performance dal vivo in un locale romano. Con Innarella, ai sax tenore e soprano, il basso di Danilo Gallo e la batteria di Ermanno Baron. La formazione richiama quella del folgorante Spiritual Unity ma i tre fin dalle prime note fanno capire che la musica di Ayler è uno stimolo e un riferimento ma che sono ben intenzionati a non ripercorrere strade già battute. Il concerto è strepitoso e, pur non mancando le citazioni della Marsigliese e di Ghosts , è una festa di invenzioni. Dosando magistralmente gli spazi e le dinamiche sonore i tre eruttano free, calypso e africanismi, con un finale ipercinetico incalzati da un gigantesco Danilo Gallo. Il piacere di giocare con riferimenti bandistici ed etnici, di abbandonarsi a sottili esplorazioni timbriche è palpabile. La manutenzione gioiosa della Storia. Come ebbe a dire Martin Luther King: il jazz è una musica trionfante.

Gerlando Gatto on On-line Jazz

Due cd dedicati a due giganti del sax: il Trio Ayler’s Mood, costituito da Pasquale Innarella al sax, Danilo Gallo al basso elettrico e Ermanno Baron alla batteria sono i protagonisti di “Combat Joy”, dedicato ad Albert Ayler, e Pasquale Innarella e “Go Dex Quartet” dedicato a Dexter Gordon. Una sfida molto, molto difficile, quella con i mondi sonori di due grandi sassofonisti molto diversi tra di loro e quindi impossibili da ricondurre ad un unicum. Di qui l’intelligenza poetica – mi si passi il termine – di questi due gruppi e di Innarella che, come sassofonista, ben lungi dal voler imitare l’inimitabile, ha voluto con i suoi compagni di viaggio, piuttosto, rileggere le esperienze dei due grandi artisti. In particolare nel primo album, “Ayler’s Mood”, registrato live durante un concerto a “Jazz in Cantina”, zona Quarto Miglio, Roma, il 22 dicembre del 2018, Innarella (nell’occasione anche al sax soprano) coadiuvato da due eccellenti partner quali Danilo Gallo al basso e Ermanno Baron alla batteria, si rivolge all’universo di Albert Ayler (1936-1970) considerato a ben ragione uno dei massimi esponenti del free anni sessanta; lo stile del musicista di Cleveland era caratterizzato da un vibrato molto aggressivo e da un linguaggio che destrutturava gli elementi fondativi della musica, vale a dire melodia, armonia e timbro. Come affrontare quindi, tale musica senza ricorrere a sterile imitazioni? Lasciandosi andare ad una improvvisazione pura, estemporanea (come sottolineato nella presentazione dell’album) è stata la risposta di Innarella e compagni. Un flusso sonoro di circa un’ora che coinvolge l’ascoltatore in una sorta di viaggio senza meta, assolutamente coinvolgente. I tre suonano liberamente ma con estrema lucidità, in un quadro in cui nessuno ha la prevalenza sull’altro e in cui la musica di Ayler rivive in tutta la sua drammatica attualità con lacerti di free che si alternano con accenni di calypso o di R&B…senza trascurare alcune citazioni ben riconoscibili.
Nel secondo CD, “Go Dex”, Innarella è in quartetto con Paolo Cintio al piano, Leonardo De Rose al contrabbasso e Giampiero Silvestri alla batteria. In questo caso il discorso è completamente diverso e non potrebbe essere altrimenti dato che Dexter Gordon (1923-1990) è stato uno degli alfieri del bebop, un artista straordinario di recente ricordato in un bel volume della EDT di cui ci si occuperà quanto prima. Nell’album Innarella esegue sette composizioni di Dexter Gordon con l’aggiunta di un celeberrimo standard, “Misty” di Errol Garner. Ma è già nel termine “Go Dex” che si vuole omaggiare il sassofonista di Los Angeles dal momento che “Go” è il titolo che lo stesso Dexter volle dare ad un suo album registrato nell’agosto del 1962 con Sonny Clark piano, Butch Warren basso e Billy Higgins batteria. Ma Pasquale non si è fermato qui: Gordon ha scritto pochi brani e Innarella ha voluto, quindi, riproporne almeno una parte tenendosi però ben lontano da una pedissequa imitazione. Quindi non un linguaggio boppistico ma un jazz moderno, attuale, che non disdegna incursioni nel mondo del free. Ecco le prime battute dell’album eseguite secondo stilemi molto vicini al free accanto ad una convincente e canonica interpretazione di “Misty” con sonorità più legate alla tradizione; ecco “Soy Califa” dall’andamento funkeggiante, illuminato da uno splendido assolo di Paolo Cintio accanto al conclusivo “Sticky Wichet” che ci riconduce ad atmosfere molto accese… il tutto senza perdere di vista, in alcun momento, quelli che erano i principi ispiratori di Gordon e che ritroviamo intatti in questo pregevole album.

Vittorio on Music Zoom

Il quartetto messo insieme dal sassofonista tenore Pasquale Innarella insieme a Paolo Cintio al piano, Leonardo De Rose al contrabbasso e Giampiero Silvestri alla batteria si dedica alla musica del collega Dexter Gordon. Il famoso sassofonista tenore, fra i protagonisti del bop e anche attore su Round Midnight, è conosciuto come un grande solista, ma le sue composizioni sono state poco eseguite da altri jazzisti. Il quartetto di Innarella le propone a modo proprio, senza fermarsi all’ortodossia del bop, ma sciegliendo soluzioni moderne con anche qualche accento free, come su Benji’s Bounce. Fra i brani eseguiti c’è anche Misty di Erroll Garner, una ballad in cui il sassofonista si presenta al pubblico con passione e calore. La musica del quartetto si ascolta di un fiato, ricca com’è di swing e di energia, comunicativa, gagliarda, immediata e complessa allo stesso tempo, coinvolgente. La ritmica accompagna perfettamente gli assoli di Innarella, il pianista Paolo Cintio è in stato di grazia ed alimenta un motore ritmico che spinge le esecuzioni insieme a contrabbasso e batteria. Bel disco che si fa ascoltare facilmente senza essere un easy listening.

Among the best albums of 2020 on Cadence Jazz World

Cadence Go dex

Luca Giardini on Dazebao

Disco interamente dedicato a Dexter Gordon (1923 -1990), uno dei caposcuola del sassofono jazz di tutti i tempi. Forse non fu un innovatore alla stregua di Parker o di Coltrane, ma ha lasciato tracce evidenti nella sintassi musicale di molti dei sassofonisti sia contemporanei sia dell’epoca “mainstream”.

Il Go-Dex Quartet vede Paolo Cintio al piano, Leonardo De Rose al contrabbasso, Pasquale Innarella al sax e Giampiero Silvestri alla batteria. “Era da tempo che pensavo a un progetto su Dexter Gordon; la formazione e il CD – prosegue Innarella – nascono dalla mia passione per il grande interprete e dalla constatazione che le sue composizioni sono in generale poco riprese o interpretate; penso sia un peccato. Il trentennale della scomparsa mi è sembrato il momento giusto per una sua rilettura”. Nel 2019 la formazione prende corpo con una scelta mirata dei componenti del quartetto, ciascuno dei quali portatore di esperienze musicali legate anche alla sperimentazione e al jazz contemporaneo. Ciò che ne scaturisce è un gruppo solido e originale. “La formazione – racconta Pasquale Innarella – parte proprio dalle esperienze live che peraltro sono quelle che preferisco in assoluto”.

Durante questo lavoro il gruppo acquisisce una propria maturità, per poi di approdare in studio con un carattere e una forma musicale propri e dai contorni ben definiti. Non è un caso caso che i singoli brani, distribuiti da Aut Records, siano stati registrati esclusivamente in presa diretta. A trent’anni esatti dalla scomparsa di Dexter Gordon, le singole tracce del GO-DEX, presentano al pubblico una profonda e bella rilettura della produzione di Gordon. Composizioni che provengono da un passato esso stesso pluridecennale. Come un incipit, l’introduzione della prima traccia ricorda a tutti che di acqua sotto ai ponti del jazz ne è corsa molta e i paesaggi musicali non sono più gli stessi. Così è proprio il carico di esperienze di Innarella, di Cintio, di De Rose e di Silvestri che danno carattere al progetto. Non che il quartetto non conceda spazi a sonorità più tradizionali; queste però vengono volutamente e oculatamente intrecciate col vissuto musicale di ciascuno. Il risultato è una tessitura che conduce l’ascoltatore da atmosfere moderne e meno ortodosse ad atmosfere jazz più tradizionali, con una “prassi” di lettura ed una continuità musicale sfumata, a volte impercettibile.

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