Mario Biserni on Sands Zine
Lo scrivere di musica è come un verme che ti guasta il cervello. Ti toglie il gusto di ascoltarla. Prima o poi dovrò trovare la forza di smettere per tornare a vivere quella che per me è un’autentica passione.
Prendete questo bel CD. Avrei potuto gustarmelo in tranquillità. Oltretutto il nonno dell’autore è stato il mio maestro alle scuole elementari. Un motivo in più per fare black-out di tutte le seghe mentali e lasciarmi andare alla goduria più pura.
Invece zac! Ecco il tarlo del recensore che comincia a rodere e porta a fare paragoni e a cercare riferimenti.
Vado quindi a spulciare e vedo che il Cioni (nessun collegamento con il personaggio cantato dal primo Benigni) ha disegnato la copertina allo splendido CD eponimo dei Silent People, pubblicato anch’esso su Aut. Tutto questo mi fa pensare a Chantal Passamonte, entrata a lavorare alla Warp come grafica e poi musicista presso la stessa etichetta con lo pseudonimo Mira Calix. Poi, dal momento che una Warp tira l’altra, viene logico passare al nome di Aphex Twin, quello più spigliato di “…I Care Because You Do”, alla cui fantasia ritmica questo “Autotrophy” fa pensare in più d’un frangente.
Giacomo Cioni campiona e ricompone frammenti dalla prima tranche di pubblicazioni della Aut Records, muovendosi nel filo del rasoio fra jazz, musica informatica e pop estemporaneo.
Tutto ciò lo fa con estrema autorevolezza, e così “Autotrophy” s’impone come uno dei più bei dischi di musica riciclata ascoltati negli ultimi anni.
Gianni Zen on Kathodik
Un tratto comune della nuova musica, ammesso che vi sia una nuova musica, è il fatto che è stata, è e sarà composta con una funzione, ammesso che vi sia una e una sola funzione. La più evidente funzione della nuova musica è quella di servire da colonna sonora per qualcosa. Che sia l’aperitivo, il party, il film, il centro commerciale… la sostanza non cambia: la musica non basta a se stessa, ma deve invece “animare” qualcosa. Non è solo una questione di destinazione, è anche una questione di poetiche: ad esempio, tutti siamo in grado di comprendere, culturalmente, la funzione del 4/4 battuto in cassa. Ho ascoltato l’album con questo pensiero in mente; perché è ovvio che anche la musica di Giacomo Cioni, aka 12+ è una colonna sonora all’ambiente post-industriale, e sta ancora aspettando un MC a inventare qualche rima con questa base.
Però, ciò che rende interessante la faccenda è che la composizione non avviene da un materiale originale, ma a partire dai dischi giù usciti per Autrecords. Diciamo che il lavoro di composizione è stato una sorta di mise en abyme del catalogo, di cui le sequenze vengono campionate, remixate, rimontate. Mi piace il lavoro di riappropriazione di un materiale, ma bisogna vedere quale… Forse il catalogo (14 dischi) non è ancora così variegato da poter ottenere grandi composizioni. L’operazione riesce solo in parte, ma se siete dei rappettari in attesa di una base ve lo godrete fino all’ultima nota.
Bra on Rap Maniacz
iacomo Cioni aka 12+, beatmaker classe 1982, pubblica “AUTotrophy” per Aut Records di Berlino a suggello della sua collaborazione con la stessa. L’album è infatti stato realizzato attingendo dal catalogo della label, ricercando meticolosamente i sample da campionare e mettere in sequenza. Il processo creativo ha portato a 13 tracce che si posizionano tra Hip-Hop ed Elettronica, presentate in anteprima all’Aut Fest di Berlino. Il titolo dell’album fa appunto riferimento alla metamorfosi, alla trasformazione del catalogo Aut in qualcosa di completamente nuovo. Di seguito link e player.
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