John Book on This is Book’s Music
UGO are a jazz trio consisting of Gioele Pagliaccia (drums), Marco Papa (electric guitar), and Federico Eterno (alto sax, clarinet) and Fish Tales (Aut) arguably sounds like what the title indicates: leading some fish out of water and interpreting their furious shakes into musical form. The basis is very much jazz but with the omission of someone playing a bass guitar, you may feel at first that something is missing but then you accept the concept and just find out where they plan on going. At first it may feel like three guys going for broke by playing free/improvisational jazz but listen to it again and there is some sense of structure in the initial assumption that things are made up as they go along. It’s not the case. Within the first song’s first five minutes, it may sound like they just went through seven different songs, and maybe that’s the point, for Eterno, Papa, and Pagliaccia to exhaust the listener with each song, only to pull you into the ocean like fish and work you until you can’t take it anymore. If so, they are the fish and they are pulling you through stories of the unknown and unpredictable. Then they’ll take you into something that sounds like what you’d expect to hear at a jazz picnic before yanking you into the ocean again for an uncontrolled ride. Take it at your own risk, you’re going to want to experience this from all angles and strengths.
Antonia Tessitore on Battiti
A radio podcast featuring a track from “Fish Tales”.
Taran Singh on Taran’s Free Jazz Hour
Another radio podcast featuring a track from “Fish Tales”.
Ettore Garzia on Percorsi Musicali
Nondimeno agganci ad una tipologia di jazz-rock contesa a livello stilistico tra lo Zappa di Hot Rats ed il primo free inglese, caratterizza anche il substrato formativo del chitarrista elettrico Marco Papa (1985) nel progetto in trio denominato Ugo. Nato nella progettualità berlinese delle stanze Aut Records, Papa si unisce a Federico Eterno (sax alto e clarinetto) e Gioele Pagliaccia (batteria) per “Fish Tales”, in cui determinante è la sincope del suo strumento dinanzi ad una sorta di advanced schema di composizione. Incamerato nel be-bop, nelle esteriorità free, nelle melodie senza tempo dello swing o nei rivoli dei ritmi e costumi di certo rock alla Waits, Papa e soci usano il jazz come ingrediente per dar vita ad una forma intelligente di “fusione”, che alla fine si merita un posto tra le parti del Frisell meno iconoclasta o del Ribot meno distorsivo. L’obiettivo è ben espresso in Medea o How long is this track ed è confermato nelle parole del chitarrista di Prato “…la mia ricerca nel campo della composizione si dirige verso lo sviluppo di sequenze tematiche entro i confini di un quadro predeterminato di parametri. Mi piace utilizzare il materiale spingendomi in nuovi territori dell’improvvisazione guidati dall’interplay…”
Adriano Ghirardo on Mellophonium
Ugo è un progetto in trio formato da Federico Eterno alle ance, Marco Papa alla chitarra e Gioele Pagliaccia alla batteria. Recentemente costituitosi a Berlino, sede dell’etichetta Aut Records che produce questo interessante cd, il gruppo si caratterizza per un approccio aperto ed iconoclasta alla tradizione jazz. Come suggerito dal titolo, i tre raccontano storie personali sguazzando, imprendibili, nel grande oceano della musica del Novecento. Quindi l’appassionato potrà apprezzare atmosfere diverse all’interno di ogni brano con sviluppi avvincenti e, spesso, imprevedibili. Già l’iniziale “Medea” offrirebbe spunti per comporre parecchi brani ma Ugo preferisce abbandonare facili lidi per spingersi sempre alla ricerca del nuovo. I riferimenti stilistici sono molteplici: Ornette e Monk nella spigolosità di alcuni temi e nella contemporanea ricerca della melodia, seppur nella libertà dalla forma, Bill Frisell nella sonorità della chitarra di Papa, il free jazz europeo in altri momenti. Non mancano, d’altronde, ritmiche rock a rendere borderline la musica prodotta da questo stimolante ensemble. La nostalgica “Nino” chiude l’album con citazioni di celebri brani del passato a dimostrazione che la loro ricerca musicale ha solide radici nella conoscenza della storia. Il lavoro è pervaso da una voglia comunicativa che, unendo fruibilità e ricerca, segna un punto a favore del progetto. Sano come un pesce, si potrebbe dire.
Alessandro Bertinetto on Kathodik
Intrigante il lavoro artistico di Martina Gurkel e la grafica di Bob Meanza (ultimamente molto attivo nella scena berlinese) per queste ‘storie del pesce’, che vedono Federico Eterno all’alto e al clarinetto, Marco Papa alla chitarra elettrica e Gioele Pagliaccia alla batteria. Registrato da Jacopo Vannini al Miss Hecker di Berlino (tra parentesi, per andarci bisogna essere invitati, e l’indirizzo è noto solo ai pochi accoliti della setta, e dato che ogni tanto a Berlino ci càpito, questo è un appello ragazzi: invitatemi nella setta…!), il disco ha un sound ruspante, con la chitarra che mi ricorda un po’ Marc Ribot, e ritmi solidi, anche quando il trio si concede momenti di libertà improvvisativa. Molto ben ideati i temi: anche nei momenti più pacati, son suadenti e un po’ gigioni (come in Nino, l’ultimo brano guidato dal rotondo clarinetto di Eterno). I timbri e gli effetti che i tre sanno trarre dai loro strumenti sono anch’essi ottimamente assortiti. Ma soprattutto convince l’articolazione dinamica dei brani, che alternano con bravura parti più soft e sospese e parti più dure e incalzanti. Qua e là pizzichi di blues, swing e di psichedelia condiscono sapientemente piatti dal sapore jazzistico, che non disdegna escursioni ghiotte nel rock (e nel punk).
Claudio Morandini on Iperbole, Ellissi
Il trio UGO (Federico Eterno al sax contralto e al clarinetto, Marco Papa alla chitarra elettrica, Gioele Pagliaccia alla batteria) in “Fish Tales” si mostra incline alla caricatura, alla smorfia sarcastica più che al sorriso condiscendente. La sua tavolozza è varia, non si nega riferimenti eclettici a generi e mode. Ed ecco allora funk destrutturati, congestioni rock, dilatazioni ambient, musica da film o da telefilm, anche marcette e musiche da sagra paesana, anche swing, purché sempre virgolettato, manipolato. Ci si imbatte in passaggi bruschi, contrasti e stridori: ogni traccia è in realtà patchwork di diverse musiche, come prodotte dal nervosismo di un ascoltatore con la mano sulla manopola della radio. Allo sviluppo jazzistico di temi si alternano momenti di improvvisazione (soprattutto nelle tracce di raccordo) in cui gli interpreti esplorano le possibilità sonore dei loro strumenti.
Listen/Buy Record