Tell No Lies Hide Nothing Press

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Tell No Lies Live at Pinocchio Jazz Club reviewed by Neri Pollastri on All About Jazz

Dopo la performance dei Pipe Dream, un’altra singolare e interessantissima formazione italiana è salita sul palco del Pinocchio Live Jazz per presentare il suo ultimo album: si trattava stavolta del quintetto Tell No Lies, il cui Hide Nothing è appena uscito per Aut Records.
Organico apparentemente “classico,” due sassofoni sostenuti da un trio piano—contrabbasso—batteria, Tell No Lies ha messo in scena una musica che era invece un’originale mediazione tra la tradizione e l’innovazione, la strutturazione e la libertà, il lirismo e l’espressività più ardita. Ciò grazie in parte alle composizioni, tutte del pianista Nicola Guazzaloca, in parte alle personalità artistiche dei cinque musicisti.
Aperti e strutturati, i brani proposti dalla formazione avevano tuttavia precise tracce narrative, basate su temi vivaci e trascinanti ancorché minimali, che talvolta richiamavano l’affascinate musica della “diaspora sudafricana” in Europa degli anni Sessanta e Settanta, e come quella lasciavano spazi alla libera interpretazione dei sassofoni. Questi ultimi erano affidati a due interpreti timbricamente e concettualmente assai diversi, ma anche per questo complementari: più scabro e torrenziale Edoardo Marraffa al tenore, che quando imbracciava il sopranino diventava persino acido; più misurato e timbricamente nitido Filippo Orefice, al solo tenore, che non ha comunque fatto mancare esplorazioni in territori espressivi più estremi. I due alternavano momenti di assolo ad altri di unisono, nei quali si evidenziavano ancor più le differenze.
Guazzaloca, che al piano ha un ampio bagaglio di stilemi improvvisativi elaborati anche nell’ambito della contemporanea, dirigendo la formazione dalla tastiera ha tutto sommato limitato i propri interventi solistici, ma quando si è ritagliato degli spazi—spesso anche in contrappunto alle scorribande dei due sax—ha aggiunto preziosi elementi alla trama complessiva. Stessa cosa va detta per Luca Bernard, raramente in primo piano con il suo contrabbasso, ma sempre eccellente pilastro di una musica che ha nel ritmo il suo filo conduttore. Davvero gigantesco, infine, il lavoro di Andrea Grillini, costruttore di un mutevole tappeto sonoro che costituisce un elemento caratterizzante della formazione: le sue variazioni sia stilistiche, sia— forse soprattutto—dinamiche erano spesso essenziali per lo sviluppo del discorso musicale, oltre che a momenti davvero entusiasmanti.
In questo senso, merita menzionare il brano che ha concluso il primo set, “Scintilla,” proveniente dal CD Anasyrma (Aut Records, 2020). Un brano basato su un tema di poche note, reiterato con impercettibili variazioni per quasi dieci minuti dai sax sostenuti da piano e contrabbasso, mentre il batterista cresceva nell’intensità dinamica fino a coprirne il suono, per poi ridiscendere fino a un finale sfumato. Un vero capolavoro di coinvolgimento emotivo, che ha deliziato il pubblico.
Ma, aldilà di questa “perla,” tutto il concerto è stato un entusiasmante scintillare di suoni trascinati da ritmi che invitavano ad alzarsi e danzare—cosa impossibile in un jazz club, ma che ha spinto il pubblico a richiedere bis su bis. Ennesimo successo di una formazione nostrana che prosegue in crescendo la sua avventura artistica ormai più che quinquennale.

Mauro Ferreiro on Truth&Lies

“Veni, vidi, vici”… telling no lies, if you think about it, is more akin to always having something to say, since lies almost always lie in that which cannot be said, and in that which is seldom expressed. However when intention is pure, and the soul is freed from that which binds it, words can heal and hold meaning once again. These esoteric nuances are in full force in this immaculate long-player led by extravagant pianist Nicola Guazzaloca, where the meticulous balances between silence, time and chaos pave the way for an indelibly luxurious listening experience. A periodic intravenous dose of free, bop, modal and avant-savant-extravagant material injected in the correct amount every single time, ‘Hide Nothing’ shows us that every drop, every note, every second matters, and should be delivered with equal precision and intention in each instance, even when there are no notes to be heard of.

‘Hide Nothing’ comes in like the tide. One can immediately recognise there is a mastery of jazz in all its forms, with vertical harmonic structures, dextrous sax heads, luscious splash patterns, and heavy storytelling filling the air. Its sound is fresh and innovative, encompassing a cumulus of ideas elegantly, baptising each performance in a unique ‘je ne sais quoi’. Like the tide, the ebb currents come just as strong; like an inertial force of nature, the virtuosic creation of silence by the group creates space for vast improvisational passages to complement busy bass swings, paper-crumpled piano études, dystopian drum destruction, and very subliminal electronica.

All these compositions not only convey clarity and depth in their ideas but also exemplify the ebb and flow of the many moods the quintet is capable of engaging in; from heroic and intrepid in ‘Pechenia-Pomposa’ to bounty-hunting odysseys in ‘Alvez’ through smoky, subliminal sentences in ‘Medea-Levante’ to fully-fledged Wall Street-esque escapism in the final act of ‘Lulé’. Add to that the intricately playful heads, uncompromising improvisational prowess, and precisely measured arrangements, and the quintet shows they are capable of building conceptually sound atmospheres while at the same time being able to hear each other out. Amidst all the music, these superb musicians find a way to shine a spotlight on their thoughts without drowning each other out.

Tell No Lies place great importance on staying true to what their music needs, and staying true to themselves. I think their level of conceptual range is very rare to find in most contemporary avant-garde groups, which are more often than not preoccupied with aesthetic notions of nonfunctional structure, instead of channelling their intention through profound composition and interpersonal connection.

I have thoroughly enjoyed listening to this record over the past few weeks, and have learned a thing or two for my own sake. Tell No Lies are a fine group, and if you ask me, they have earned their spot in the big leagues. 9.6/10

Tello No Lies was selected by Antonia Tessitore on January 2023 issue of “Internazionale” magazine

Jean-Michel Van Schouwburg on Orinx

Le quatrième cédé de ce quintet de jazz qui n’a rien d’autre à raconter que la vérité et pour cette occasion, rien à cacher ! Leur musique est chaloupée à souhait et fait songer au fabuleux Brotherhood of Breath de Chris Mc Gregor, fortement imprégnée de rhumba, d’influence latines et proche de la musiques kwela d’Afrique du Sud. Et bien sûr avec les deux acolytes du duo Les Ravageurs, le saxophoniste ténor Edoardo Marraffa et Nicolà Guazzaloca, il faut s’attendre à des dérapages free qui enrichissent leur musique. Nicolà est un de mes pianistes « free » préférés en Europe. Les labels Aut et Amirani ont publié plusieurs albums incontournables de Nicolà en solo (Tecniche Arcaïche et Tecniche Archaïche Live) ainsi que le trio avec Tim Trevor-Briscoe au saxophone et Szilard Mezei à l’alto, une référence dans l’improvisation. Et bien sûr le duo avec Marraffa (Les Ravageurs sur Klopotec).
Ayant commencé sa carrière dans le jazz moderne pour bifurquer dans l’improvisation libre, Nicolà Guazzaloca a mis au point de superbes compositions sorties tout droit des townships que les Tell No Lies jouent aussi impeccablement que spontanément (et joyeusement). Filippo Orefice et E.Marraffa (sax ténor), Luca Bernard (contrebasse, Andrea Grillini (batterie) et le pianiste forment un groupe très soudé et sont rejoints par d’autres instrumentistes sur quelques morceaux comme le saxophoniste baryton Christian Ferlaino et le tromboniste Federico Pierantoni ou encore le violoncelliste Francesco Guerri, partenaire d’un autre duo avec Guazzaloca. Neuf compositions bien charpentées dont quatre sont enchaînées en medley (Pachenia/ Pomposa et Medea/ Levante) pour des durées moyennes entre cinq et huit minutes. Musique entraînante et inspirée avec un son et des couleurs distinctives, des breaks et des solos free, des nuances dans le traitement de l’improvisation, rythmes impairs. Et les thèmes sont exquis et chantants à souhait : la rhumba à l’état pur ! Les intervenstions des souffleurs du groupe et invités sont complètement en phase avec la sensibilité et l’esprit de la musique tout en improvisant en décalage free. Chaque intervention détonnante free du pianiste vaut son pesant de mangues et d’ananas, coïncidant précisément avec la pulsation. Bref, voilà de quoi ravir le public de festivals comme Moers, Willisau, Wels, Banlieues Bleues, etc.. pour trouver une réponse enthousiasmante à la question de Prunelle dans les gags de Lagaffe : « Et si on danse ? » . Les deux ténors rivalisent dans Malatesta, premier morceau du CD où le batteur chahute la rythmique en bousculant le groupe et où le pianiste commet un virevoltant raid cubain bien saccadé sur les touches. Je vous dis que ça : avec le sérieux des Tell No Lies, pas de bobards, on s’amuse !

Nazim Comunale on BLOW UP (November 2022)

“La musica arriva, siamo vivi. Quel che siamo è una cosa bastarda: succede da sempre, col DNA, con la musica. Quasi tutti i brani sono scritti prevedendo più linee melodiche sovrapponibili fra loro e il tema principale in diversi casi emerge dall’intreccio di queste voci, che possono essere suonate da qualunque strumento. Questo è utile per darci la possibilità di variare sempre l’aspetto di un pezzo; le melodie secondarie si possono utilizzare per sostenere le improvvisazioni o l’esposizione del tema, dando riflessi sempre diversi. In Hide Nothing suonano anche diversi amici e la presenza di altre voci aumenta gli intrecci possibili.” Così parlò Nicola Guazzaloca, piano e composizioni per una delle migliori band italiane nel jazz oggi. Con lui Edoardo Marraffa a sax tenore e sopranino, Filippo Orefice al tenore, Luca Bernard al contrabbasso e Andrea Grillini alla batteria. Ili disco precedente, Anasyrma era una bomba, tra il respiro corale del jazz sudafricano e certe ruggini free che rendevano il tutto selvatico e (im)perfetto. Qui la ricetta è la stessa e il piatto resta ricco, per quanto appena meno speziato. Ascoltateli e cercateli dal vivo, questa musica è una medicina senza effetti collaterali.

MUSICA JAZZ – “TOP JAZZ 2022” – Hide Nothing has been featured among the best Italian albums of 2022

Guido Festinese on Alias/Il Manifesto

L’etichetta di avant jazz Aut Records, base a Berlino e energie italiane, si porta in dote una frase che indirizza l’ascoltatore: “Lingue dell’inascoltato”. Valorizzare momenti cruciali e obliati dalla storia del jazz che rischiano il collasso mediatico sotto montagne di sonorità “smooth” è sempre coraggioso. Quando poi la qualità balza in primo piano, tanto meglio. Hide Nothing è il terzo lavoro in studio del quintetto Tell No Lies guidato dal pianista Nicola Guazzaloca, arricchito da molti ospiti a fiati e corde: un ponte intelligente tra gioiosa, esplosiva energy music, memore del Sudafrica “free” e lirismo estremo.

Maurice Hogue on One Man’s Jazz – Taint Radio

Terrific new releases that will polish the dust off your ear drums. Tell No Lies plays the truth.

Alfredo Pasquali on Salt Peanuts – Radio Città Fujiko

Una formazione, Tell No Lies, guidata dal musicista bolognese Nicola Guazzaloca, pianista e compositore ormai da qualche anno tra le voci più interessanti della scena nazionale. Il quintetto alterna momenti di musica improvvisata ad altri molto ben strutturati, con un solido istinto di narrazione che conferma le proprie qualità.

Baze Djunkiii on NiteStylez

It’s been roughly two years since the Bologna-based quintet Tell No Lies, a brainchild of the groups lead pianist Nicola Guazzacola, released their album “Anasyrma” via Aut Records. Now they’re back with a new longplay effort, the seven tracks and roughly 48 minutes spanning follow up that is “Hide Nothing” which hit the shelves on September 28th, 2k22 as the labels cat.no. 083. Once again operating within the diaphanous, permeable and pitted confinements of what could be roughly described as FreeJazz the group starts the journey on a rather tentative, meandering tip and a rather harmonic, more traditional and well groovy Jazz note with the opening piece that is “Malatesta”, provides a hyperdynamic back and forth between orderly Jazz structures and screaming improvisational episodes in the follow up that is “Lule'” whereas “Junius” introduces innate, partially off-kilter melancholia in combination with heavy percussive outbursts before cuts like “Medea / Levante” reveal the subtle, tender and more melodic aspects of Tell No Lies’ sonic exploration just to name a few.

Dave Sumner on Best Jazz on Bandcamp

The controlled chaos of the ensemble Tell No Lies is as addictive as it is thrilling. Their 2020 release Anasyrma was one of the very best things to hit the shelf that year, and their follow-up launches from that jumping-off point. On this session, saxophonists Edoardo Marraffa and Filippo Orefice, double bassist Luca Bernard, drummer Andrea Grillini, and pianist Nicola Guazzaloca expose melodies to considerable turbulence while riding harmonic opportunities to even greater heights. With guests sitting in on wind instruments, strings, and electronics, the ensemble maximizes the potential for textures, often leading to vivid, imaginative imagery.

Enrico Romero on Controradio

Freschissimo di stampa, il terzo disco dei Tell No Lies, capitanati dal pianista Nicola Guazzaloca, esce per una delle etichette più interessanti e “aut-entiche” del panorama musicale creativo contemporaneo. La musica dei Tell No Lies si muove tra impetuose e incendiare improvvisazioni intersecate da originali forme melodiche, con chiari riferimenti al jazz sudafricano e ai linguaggi del free. “Hide Nothing“, parafrasando il significato del titolo dell’album, non ha proprio niente da nascondere, e conferma e arricchisce la cifra stilistica della band che mescola sapientemente lirismo, immediatezza, energia e coraggiosa libertà espressiva. Insieme al pianista bolognese, classe 1975, completano questo gruppo, presente l’estate scorsa anche al “Firenze Jazz Festival”, Luca Bernard al contrabbasso, Andrea Grillini alla batteria e una front line di fuoriclasse come Filippo Orefice ed Edoardo Marraffa ai sassofoni.

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